Un Viaggio Insieme: Supporto Psicologico con Giulia a Milano

Il mio approccio è definito “psicoanalitico relazionale” e si tratta di una forma di intervento che mira ad andare in profondità attraverso la relazione terapeutica e l’esplorazione delle relazioni che costellano la vita del paziente. L’obiettivo, quindi, non riguarda tanto e solo la scomparsa di un sintomo, avvertito inizialmente come fastidioso o doloroso, quanto la possibilità di volgere la propria vita in una direzione coerente con i propri valori, ideali e talenti, di cui spesso capita di non essere neanche pienamente consapevoli

In studio mi capita spessissimo di incontrare giovani adulti o adolescenti; queste fasi della vita si portano dietro delle sfide specifiche, di formazione e consolidamento della propria identità. Per questa ragione le tematiche che più spesso mi è capitato di affrontare con i miei pazienti riguardavano: ansia (in particolare ansia sociale), difficoltà nella regolazione delle proprie emozioni, disorientamento rispetto al proprio percorso di studio o lavoro, senso di inadeguatezza, paure di fallimento o problemi relazionali (amicali o sentimentali).

Per quanto riguarda gli adolescenti ho una formazione e un’esperienza specifica sul ritiro sociale (“hikikomori”), fenomeno che porta i giovanissimi (e non solo) a scegliere di escludersi progressivamente da tutte le attività sociali della vita, tra cui anche la frequenza scolastica, con importanti conseguenze psicologiche e il conseguente rischio di abbandono scolastico.

I più giovani non sono però il solo target con cui mi sia capitato di confrontarmi, lavoro infatti anche al fianco di adulti, individualmente o in coppia, che si trovano ad affrontare momenti di crisi, disorientamento o che desiderano ridefinire e riorientare il proprio percorso di vita. Inoltre affianco e accompagno pazienti che si trovano a doversi confrontare con la dolorosa esperienza della malattia oncologica.

Ho formazione specifica ed esperienza anche per quanto riguarda le dipendenze, sia da sostanza (particolarmente per le dipendenze alcologiche), sia comportamentali, come il gioco d’azzardo, il gaming online e l’acquisto compulsivo, ma anche le forme di dipendenza relazionali.

Ricevo sia in studio che online.

Sento qui di voler fare una piccola aggiunta. La modalità di lavoro online o in presenza ha necessariamente delle specificità e ciascuna delle due modalità presenta sia dei pro che dei contro. Lo studio garantisce uno spazio privato e protetto da eventuali indiscrezioni di familiari o coinquilini in casa; l’online però permette di superare i confini anche geografici, permettendo l’incontro con persone di altre regioni o persino residenti all’Estero.

L’elemento fondamentale nell’uno e nell’altro caso è la relazione, che nella mia esperienza si è dimostrata capace di “bucare” lo schermo.

È una domanda che io per prima mi sono dovuta porre diversi anni fa alla quale ancora oggi non ho trovato una risposta universalmente valida e forse nemmeno quella che ha determinato la mia scelta.

Non sapendo dunque generalizzare porterò qualcosa che per me ha avuto senso: un viso che mi trasmettesse calma e apertura, una referenza positiva, un modo di presentarsi anche personale e non solo professionale e poi, più di tutto, l’incontro, gli incontri.

Se si pensa di trovarsi davanti a qualcuno che potrebbe rivelarsi il giusto professionista probabilmente ci sono già le condizioni per scoprirlo: potrebbe essere subito chiaro o diventarlo prendendosi qualche incontro in più.

Quel che è certo è che quando l’avrete trovato lo saprete!